Conseguentemente all’entrata in vigore della legge 40/2004, la crioconservazione degli ovociti è stata una procedure molto utile per poter utilizzare al massimo una stimolazione ovarica.
Gli ovociti in eccesso, e qualitativamente idonei, possono essere congelati e utilizzati successivamente senza necessità di ripetere la stimolazione della crescita follicolare ed il prelievo di ovociti.
Inoltre gli ovociti possono essere crioconservati anche per impreviste cause mediche impedenti il proseguimento del trattamento (vedi es. Sindrome da iperstimolazione ovarica) o per creare una “riserva di fertilità” per le donne che devono sottoporsi a chemioterapia o radioterapia o che rischiano di diventare sterili per esaurimento ovarico prematuro (vedi consenso informato crioconservazione degli ovociti).
Il congelamento degli ovociti è una tecnica ancora sperimentale, perché incontra molte difficoltà a congelare le cellule uovo che essendo molto grandi e piene d’acqua, tendono a rovinarsi facilmente durante la procedura di congelamento/scongelamento.
La ricerca sta concentrando, su questo settore, i propri sforzi con maggiore energia al fine di produrre miglioramenti dei risultati.
In alternativa al tradizionale procedimento di congelamento lento (slow-freezing), in cui il campione viene gradualmente portato a -150 gradi e successivamente immerso in azoto liquido (-196°C), attualmente si preferisce l’impiego di una nuova tecnica di crioconservazione di avanguardia, la VITRIFICAZIONE che permette di congelare ovociti in modo molto rapido, passando direttamente allo stato “vitreo”, impedendo così la formazione di cristalli di ghiaccio, che possono danneggiare le delicate strutture dell’ovocita.. L’eventuale presenza di questi piccoli cristalli è, infatti, il punto critico che determina la scarsa efficacia della altre metodica di congelamento lento, riducendo il tasso di sopravvivenza del materiale biologico crioconservato.
Tale processo di vitrificazione si attua mediante apposite procedure, terreni di coltura supplementati con crioprotettori, appositi supporti sui quali è posizionato il materiale biologico e appositi contenitori di azoto liquido (-196°C) per il mantenimento a breve e lungo termine del materiale biologico vitrificato.
Il congelamento degli ovociti mediante vitrificazione è ritenuta oggi essere la tecnica più efficace, con ottimi risultati in termini di sopravvivenza (96.5%) e sviluppo embrionale (risultato essere simile a quello ottenuto con gli ovociti freschi). I tassi di gravidanza sono anch’essi molto incoraggianti.
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